RECENSIONE DI: MARIA LUISA CAPUTO (SCRITTRICE, PITTRICE, BLOGGER)

Intimismo nelle opere di Elvira Gatti, dove le figure nella poliedrica simmetria ‘raccontano’ i sentimenti e la delicatezza dell’animo femminile ora visti come stelle perse nell’azzurro del cosmo ora come delicate foglie…

01/03/2012

 

RECENSIONE DI: CARLA D’AQUINO MINEO (MAISON D'ART)

L’incanto di un sogno nell’armonia del colore e nella poetica dell’immaginario nei dipinti dell’artista Elvira Gatti

Una narrazione sospesa nel tempo, nell’apparizione magica ed inconsueta delle cose, poste tra la visione ed il ricordo, distingue la narrazione figurativa dell’artista Elvira Gatti, mentre i dati espressivi coniugano armoniosamente il senso con la ragione, l’analisi concettuale con la lirica trasfigurazione del reale, tra limpide atmosfere surreali nei trapassi di una calda luminosità che si irradia tra solari tramonti in fuga prospettica verso l’infinito nell’armonia universale. È un mondo poetico ed evocativo, in cui la realtà visionaria appare nitida in un’ambientazione fantasiosa che approda a spazi surreali. Ecco che allora, le visioni oniriche nella brillantezza delle tonalità, tra i gialli solari, i verdi variegati della natura e gli azzurri celestini ed i bianchi lunari, rimandano ad una lettura simbolica, dove l’arcano disvela i suoi segreti, tra sogni archetipi ed aspettative, in cui primeggia nella sua armoniosa bellezza la figura femminile colta nelle sue naturali pose in segreta intimità, determinando fascino e stupore. In ogni dipinto di Elvira Gatti primeggia il senso assoluto del colore nel raffinato e caldo cromatismo che traduce nelle immagini sognanti il genio nella creatività, l’estro e la poesia, in cui aleggia l’alchimia coloristica nella fervida fantasia. Nascono, così, splendidi dipinti che interpretano onirici paesaggi dal clima silente, in cui realtà e fantasia del reale si integrano in una surrealtà che s’inoltra nella ricerca dell’impossibile, da Magritte a Dalì, seguendo l’ideale surrealista, in cui le immagini svelano le forze del meraviglioso e dell’inconscio. Stupisce, quindi, la narrazione fantomatica che apre la via ad una nuova fantasia, mentre percorre un utopico viaggio del pensiero nella poetica dell’immaginario. Oltre la stessa concettualizzazione dell’immagine traspare, quindi, nel percorso figurativo dell’artista Elvira Gatti in un racconto allusivo, quanto, fantastico che si snoda nei significati simbolici della vita, tra pulsione e sentimento, mentre la luna saluta poeticamente il viaggio ed il ricordo cede il passo alla nostalgia. Come non seguire questi spunti fantastici? La tensione verso il sogno, la poesia, la spiritualità è coinvolgente. Elvira Gatti coniuga magistralmente l’analisi concettuale con la fantasia, attraverso un’estrema lucidità intellettuale, dove la tangibilità realistica dei dati figurali che sono pervasi da una luce astratta, s’integra in paesaggi cosmici che si aprono ad una dimensione trascendentale. Ecco perché, c’è qualcosa di magico che aleggia nei dipinti dell’artista Elvira Gatti: un mondo arcaico e misterioso appare tra infiniti orizzonti nel respiro dell’aria, mentre lo avvolge il sentimento nostalgico, tra aspetti formalistici e psicologici della donna che porta con sé emozioni e ricordi di un tempo passato. Alla fine, i paesaggi di sogno nella leggerezza dell’aria, interpretano un logos ideale di sensazioni in un’atmosfera ideale che diviene rivelazione e visione fantastica tra metafore, apologhi morali nel mondo naturale, dove lo sguardo di imponderabile bellezza della donna, appare nella meravigliosa scenografia che sublima l’arte, sconfinando nelle armonie universali.

 

RECENSIONE DI: LUIGI GALLI - CASTELLEONE (CR)

Negli oli di Elvira Gatti viene celebrata la femminilità attraverso la semantica del simbolo, ovvero una modalità di rappresentare anche di carattere metaforico ed allusivo. La figura femminile, infatti, così fortemente strutturata anche con intenzioni prospettiche di senso plurisignificante sembra essere generata da un’energia che percorre la totalità del corpo (anche in quelle parti che dovremo immaginare). Notevoli in tal senso gli occhi così densi di una umanità rivelatrice, e proiettati in un profetico futuro; occhi, quindi che sanno polarizzare nell’ambito di dinamiche oniriche nella percepibile visione di un’intuizione non mai risolta, non mai eludibile. Anche in rappresentazioni talvolta realizzate in simil-pittostrutture si concentrano e si snodano i significati posti in relazione con traslati allusivi rimarchevoli. Anche il dato psicologico del vissuto personale-interpersonale si accentua nelle scelte timbriche e nelle corrispondenze di senso oltre-simboliche. La femminilità, già portatrice di eventi nativi, è qui celebrata con apporto dinamico-immaginativo capace di esprimere un ruolo nuovo nella consapevolezza dei rapporti sociali ed individuali: valori etici ed estetici si affermano nella cifra sperimentale del colore e della neo-figuralità.

15/04/2007

 

RECENSIONE DI: FLORIANA VITTANI (ARTISTA)

Sensibilità del colore dove l'energia creativa accende scintille, dipinti che sono espressione tangibile di chi li ha creati. Ci si può tuffare, danzare, lasciarsi coinvolgere

totalmente. Un concentrato di caratteristiche e potenzialità che sbocciano e germogliano, potenziano l'anima. Concetti profondi, centratura, armonia, lo spettatore riceve forza ed energia che lo riconduce alla calma e all'intuizione.

05/06/2012

Recensione critica a cura del Dott. Moreno Stracci per la mostra online "ARMONIE COSMICHE" 

Febbraio 2021 visibile su www.quiamagazine.it – sezione Mostre e Concorsi

L’arte di Elvira Gatti trova la sua legittimazione nella ricerca costante di significati dalla chiara sostanza spirituale e universalistica. Le sue opere si presentano come mezzo e testimone dell’esigenza della pittrice di indagare la propria visione dell’esistenza, di spingersi nel proprio inconscio e permettere a ricordi, desideri e impressioni di risalire verso la coscienza, attraverso un percorso che sublima la realtà materiale, e apre così la strada a viaggi interiori dal sapore sciamanico. Il risultato è una serie di immagini antiche e universali che mostrano la volontà di trascendere l’esperienza personale, per abbracciare il mondo dell’inconscio collettivo, al centro del quale troviamo l’archetipo della donna. Una donna che richiama la figura di arcaiche sacerdotesse dedite al culto della Dea Madre: estraniate dalla realtà e dalle sue implicazioni fenomenologiche, le donne di Elvira Gatti ci appaiono come entità sottili, di natura autopoietica, raccolte in un intimo e costante ascolto del cosmo e dell’energia universale che permea l’Essere e ne permette l’esistere e il persistere. Cade, così, l’illusione della separazione tra la coscienza individuale e quella cosmica, tra l’io e l’altro; lo spazio e il tempo si fondono nell’unica realtà che l’anima comprende, e nella quale si riconosce: l’infinita eternità della vita, verso la quale le donne della Gatti, e dunque l’artista stessa, tendono, con un slancio mistico profondissimo, nel desiderio di fondersi e dissolversi nel liquido primordiale per poi rinascere come enti di luce pura e incorruttibile. Le opere suggeriscono un’inequivocabile familiarità dell’artista con il mondo spirituale e misterico: il messaggio che veicolano è sostenuto in modo esatto e suggestivo da un’iconografia studiata che, da una parte supporta l’artista nel processo di simbolizzazione del proprio vissuto, e dall’altra fornisce all’osservatore uno strumento potente con il quale intraprendere un cammino che lo condurrà, grazie alla catartica immedesimazione della propria anima col messaggio delle opere, ad autoripararsi e infine a riconoscersi. L’iconografia di Elvira Gatti rivela, seppur nell’individualità compositiva di ciascuna opera, un grado di coesione che permette di identificare un nucleo di idee ricorrenti. Ritroviamo, ad esempio, il concetto dell’eterna rinascita, simboleggiata dalle farfalle, dalle api e dalla rondine (ma anche dal loto), animali che richiamano, inoltre, gli aspetti femminili della vita, la fecondità, l’anima, la purezza e la leggerezza, e infine l’ideale del viaggio e della rinascita, ognuna tuttavia con sfumature di significato diverse: le farfalle evocano la caducità della vita materiale e la metamorfosi, e assumono qui il ruolo di sorelle capaci di elevarci e sostenerci nel percorso di crescita e rigenerazione; le api rammentano il nutrimento per l’anima e l’operosità necessaria per salire la scala dell’evoluzione spirituale (entrambe simboleggiate, altrove, dall’Asso di Coppe), e vengono poste dalla Gatti su quello che le tradizioni orientali chiamano Anahata, o chakra del cuore; la rondine, infine, sollecita la coscienza a liberare l’anima, spesso sacrificata ai dettami della vita quotidiana, con i suoi illusori appagamenti ma anche con i pregiudizi che guidano molte delle nostre azioni e allo stesso tempo ci ingabbiano, e che la Gatti rappresenta con dolorosissimi rami spinosi, fili e reti metalliche. Troviamo poi simboli come l’Esagramma, composto da due triangoli intersecati e con i vertici opposti, segno cabalistico che rappresenta l’unione tra il cielo (il divino) e la terra (la vita materiale), e concetto chiave delle tradizioni filosofiche orientali, in particolare induiste e taoiste. Le rappresentazioni dell’Esagramma rintracciate in antichi templi induisti indicano il perfetto stato meditativo e di equilibrio tra l’essere umano e il divino, tra le forze di manifestazione e liberazione, attraverso il quale raggiungere l’illuminazione. Equilibrio che le donne di Elvira Gatti mostrano di ricercare o aver raggiunto, ognuna secondo la propria natura. Molte sarebbe le altre considerazioni di natura spirituale, simbolica, estetica e tecnica che l’arte di Elvira Gatti meriterebbe; sta di fatto che la fruizione delle opere di questa talentuosa artista non può avvenire attraverso uno sguardo veloce o una semplice ammirazione. L’arte di Elvira Gatti chiede, generosa, all’osservatore di spogliarsi della materialità, di lasciare che il velo dell’illusione cada, affinché la propria anima possa vibrare simpateticamente con l’anima dell’artista, e così facendo, condividere con lei parte del meraviglioso viaggio alla riscoperta della propria essenza.

Dott. Moreno Stracci Presidente Associazione Culturale Quia Storico e Critico d’arte, Linguista Maestro di Discipline Spirituali www.quiamagazine.it – info@quiamagazine.it -

L’arte di Elvira Gatti

Nota critica

 

 

L’arte di Elvira Gatti trova la sua legittimazione nella ricerca costante di significati dalla chiara sostanza spirituale e universalistica. Le sue opere si presentano come mezzo e testimone dell’esigenza della pittrice di indagare la propria visione dell’esistenza, di spingersi nel proprio inconscio e permettere a ricordi, desideri e impressioni di risalire verso la coscienza, attraverso un percorso che sublima la realtà materiale, e apre così la strada a viaggi interiori dal sapore sciamanico. Il risultato è una serie di immagini antiche e universali che mostrano la volontà di trascendere l’esperienza personale, per abbracciare il mondo dell’inconscio collettivo, al centro del quale troviamo l’archetipo della donna. Le donne di Elvira Gatti ci appaiono come entità sottili, di natura autopoietica, accolte in un intimo e costante ascolto del cosmo e dell’energia universale che permea l’Essere e ne permette l’esistere e il persistere. Cade, così, l’illusione della separazione tra coscienza individuale e quella cosmica, tra l’io e l’altro; lo spazio e il tempo si fondono nell’unica realtà che l’anima comprende, e nella quale si riconosce: l’infinità eternità della vita, verso la quale le donne della Gatti, e dunque l’artista stessa, tendono, con uno slancio mistico profondissimo, nel desiderio di fondersi e dissolversi nel liquido primordiale per poi rinascere come enti di luce pura e incorruttibile. Tecnicamente la Gatti mostra una conoscenza del mezzo pittorico eccellente. La sua pittura nasce con lentezza, velatura dopo velatura, con gesti sapienti e pazienti che creano scene di altissimo lirismo dove tutto è armonia tecnica e spirituale.

 

Dott. Moreno Stracci

Critico d’arte

Catalogo “ Un anno d’Arte” 2022  edizioni Quia

14/7/22